Comunicato Stampa

 

La riqualificazione del quartiere storico di Fiera Milano. Un caso esemplare di intervento urbanistico e di valorizzazione territoriale

 

Un nuovo centro per Milano”, workshop a Palazzo Marino per illustrare una case history che costituisce un esempio unico e….ripetibile

Milano, 17 maggio 2004. La riqualificazione del quartiere storico della Fiera di Milano non è ancora stata completata, eppure è già diventata un modello virtuoso cui fare riferimento. In particolare è stato sottolineato anche questa mattina a Palazzo Marino, nell’ambito del workshop “Un nuovo centro per Milano” promosso dall’Assessorato allo Sviluppo del Territorio del Comune di Milano e da Fondazione Fiera Milano.

L’area interessata alla riqualificazione riguarda 255.000 metri quadrati dei complessivi 440.000 metri quadrati oggi occupati da Fiera Milano. La variante urbanistica relativa a tale area è entrata in vigore il 2 febbraio 2004. Entro il 31 luglio 2004 verrà reso noto il progetto vincitore, che dovrà conciliare la migliore proposta tecnico-progettuale con l’offerta economica più vantaggiosa.

Il sindaco di Milano Gabriele Albertini, ha fatto gli onori di casa rivolgendosi agli operatori di settore e rappresentanti della pubblica amministrazione giunti da ogni parte d’Italia. Albertini ha sottolineato in particolare l’esemplarità della collaborazione tra pubblico e privato di questo progetto di riqualificazione urbanistica, tale da costituire un modello unico - ma ripetibile – a vantaggio di tutto il Paese.

Oggi siamo qui per parlare del rapporto fra la grande architettura e la nostra città, ha aggiunto Roberto Formigoni, Presidente della Regione Lombardia. In questo momento ci troviamo di fronte a un fermento architettonico nel quale la collaborazione fra pubblico e privato permette ai grandi progetti di marciare nel pieno rispetto dei tempi fissati. Un fermento che a Milano non registravamo dalla fine della seconda guerra mondiale”.

Gianni Verga, assessore allo Sviluppo del Territorio del Comune di Milano, ha individuato i fattori di successo di questa “storia lombarda” nella collaborazione attiva e concorde fra istituzioni e privati, nell’ascolto attento delle esigenze della città, nella loro traduzione operativa nelle linee guida per la gara internazionale, la tutela delle eccellenze del quartiere. “Grazie a tutto questo” - ha detto Verga - “Fondazione Fiera Milano consegnerà alla città un quartiere cittadino di grande vitalità, un nuovo centro per Milano, collegato con la realtà della Fiera, ma con una guadagnata autonomia e una migliore qualità della vita. Ma già oggi consegniamo al Paese un modello virtuoso cui possono guardare altri Comuni e altre realtà italiane che devono affrontare importanti trasformazioni urbane.

“Fin dall’inizio - ha raccontato Luigi Roth, presidente di Fondazione Fiera Milano, alla guida del progetto di trasformazione del sistema espositivo milanese  – ci siamo mossi in un’ottica di servizio e di ascolto della città. Abbiamo chiesto la collaborazione delle istituzioni che ci hanno ripagati con una grandissima disponibilità. Insieme all’assessore Verga abbiamo voluto ascoltare le esigenze e le preoccupazioni del territorio, per orientare il più possibile verso un obiettivo comune l’intervento di riqualificazione di quella parte del quartiere storico che stiamo per restituire alla città. Con la stessa logica ci eravamo mossi per la costruzione del Nuovo Polo a Rho-Pero, che con il Polo Urbano a partire dal 2005 darà a Milano e al Paese un sistema espositivo di eccellenza”.


Alberto Quadrio Curzio, preside e professore ordinario di Economia Politica alla facoltà di Scienze Politiche dell'Università Cattolica di Milano, si è soffermato proprio sul valore della sussidiarietà che si sviluppa intorno alle grandi opere quando il dialogo tra società civile, economica e istituzioni è sano. “La rete della sussidiarietà che regola i rapporti tra soggetti pubblici e privati” – ha ricordato – “mantiene vivo un sistema di cooperazione che in parte opera sul mercato e in parte al di fuori di esso, ma che in ogni caso tende al bene comune”.

 “Qualunque sia l’esito della gara - ha detto Claudio Artusi, amministratore delegato di Sviluppo Sistema Fiera, società per grandi opere e contracting controllata da Fondazione Fiera Milano, introducendo il focus tecnico sul concorso internazionale - il metodo adottato per ridisegnare quest’area strategica di Milano racconta già una storia lombarda di successo e propone a tutto il Paese un modello che si discosta notevolmente da analoghe operazioni portate a termine sino ad oggi. Un modello che vuole riuscire a coniugare le esigenze di tutte le parti in causa; da chi vende a chi acquista a chi, una volta realizzato il progetto, dovrà quotidianamente conviverci”

Entrando nel merito della gara, Luca Novara, dirigente Pianificazione e Sviluppo Immobiliare di Sviluppo Sistema Fiera, ha illustrato le linee guida e l’eccezionalità dell’intervento, dovuta sia all’alta qualità urbanistica e architettonica dell’area su cui si interviene, sia all’impostazione della gara, finalizzata ad individuare il progetto che concili la migliore proposta progettuale con la migliore offerta economica.

Giancarlo Tancredi, dirigente settore Pianificazione e Progettazione Urbana del Comune di Milano, ha presentato invece le caratteristiche della variante urbanistica, sottolineando l’importanza della collaborazione tra il Comune e Fondazione Fiera Milano in ogni fase di sviluppo del progetto.

Infine, Giancarlo Scotti, amministratore delegato di Lazard Real Estate e advisor finanziario del progetto, ha messo in luce il carattere innovativo dell’operazione nel panorama europeo, evidenziando come una procedura di gara trasparente e rigorosa abbia favorito la ricerca degli investitori.

Al focus tecnico è seguito un dibattito animato da Elisabetta Spitz, direttore dell’Agenzia del Demanio, Gaetano Fontana, capo dipartimento per Coordinamento dello Sviluppo del Territorio del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e Giovanni Salizzoni, vice sindaco del Comune di Bologna, che hanno presentato le rispettive esperienze, prospettive e scelte in materia di trasformazione urbana.

Al tema dell’ascolto, e della cultura dell’ascolto, è stato invece dedicato l’intervento di Andrée Ruth Shammah, direttore Teatro Franco Parenti, che ha voluto portare il proprio contributo anche a nome del mondo culturale meneghino.

Ha moderato il dibattito Pierluigi Panza, giornalista del Corriere della Sera

 

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