Repubblica, 7/1/07

I plastici del progetto non vogliono vendere una realtà inesistente

Sul quartiere Fiera pronti a ogni confronto

 la lettera

 

UGO DEBERNARDI presidente e ad CityLife

 

Milano ha sempre riservato ai momenti speciali della sua vita un dibattito franco e vivace. Se mai, la città non è più abituata a un fervore di progetti come l'attuale, che ne cambieranno profondamente il volto in un cammino che, si spera, ci porterà all' Expo 2015. In questo percorso è fondamentale anche il ruolo dei soggetti privati. Citylife è uno di questi.

Senza entrare in un giudizio sui meccanismi di gara, vorrei puntualizzare tre fatti.

Per la prima volta, si ha un progetto realizzabile e approvato prima della dismissione di una grande area cittadina.

Le regole poi sono state chiarissime e seguite prima, durante e dopo lo svolgimento della gara con una precisione e puntualità che fanno onore alla Fondazione Fiera e alle Istituzioni.

Infine, non si è trattato di una gara fondata solo sui valori economici. Vi erano criteri urbanistici, architettonici e ambientali molto precisi, indicati dall'amministrazione cittadina. E sulla base dell' idoneità a questi, solo tre progetti sono stati ammessi all' offerta economica.

CityLife ha vinto perché ha coniugato la bontà delle scelte con il massimo impegno dei suoi azionisti nel voler investire sul futuro di Milano.

Il risultato, grazie anche a quattro tra i massimi architetti mondiali, è il più grande intervento di riqualificazione ambientale e urbanistico della storia di Milano, la creazione della più vasta area pedonale della città e una delle più estese d' Europa, il dimezzamento della cubatura attualmente esistente nell' ex-Fiera e la realizzazione del terzo parco milanese (pari al 50% dell' area), caratterizzato da una intensa qualità ambientale e da una totale fruibilità pubblica.

CityLife sarà anche interessata dal passaggio del nuova linea MM5. In relazione a questa novità, si avvierà nei prossimi giorni un tavolo tra Comune e CityLife che, secondo una tempistica definita, potrà portare ulteriori miglioramenti a parte del progetto.

CityLife non si sottrae al suo elementare dovere di informare i milanesi.

E' quindi perlomeno pittoresca l' accusa fatta da Luca Beltrami Gadola su questo giornale di scarsa o reticente comunicazione.

Dal giorno dopo l'aggiudicazione della gara (luglio 2004) è iniziata un' intensa attività di presentazione del progetto: dalla stazione Domodossola all' Ottagono, dalla Triennale all' Urban Center, fino agli eventi di Parigi, Londra e Berlino. Nel 2005 l' azione si è intensificata con incontri con i cittadini, esposizioni presso biblioteche, scuole e centri commerciali e iniziative culturali, tra cui il Tendone CityLife.

Da pochi giorni abbiamo aperto in Cordusio lo Spazio CityLife, un luogo destinato a comunicare il progetto a tutti i cittadini che accorrono numerossimi per saperne di più.

Di tutte queste iniziative CityLife non intende farsi un vanto. Ma non si può tollerare che vengano sottaciute o presentate come un tentativo di "vendere" una realtà inesistente. Ci dispiace se non piacciono i rendering che rappresentano una vita gradevole. Ma CityLife intende creare veramente un nuovo e positivo modo di vivere la città. A noi la responsabilità di realizzarlo. Con la voglia di comunicare e di collaborare al futuro di Milano.