Milano punta “in alto”

 

Alcuni interventi del Forum del Comune di Milano sul progetto Fiera

 

Il sogno del sindaco Albertini di vedere sorgere una piccola Manhattan milanese si sta realizzando. È un bel sogno? Al posto della Fiera Campionaria avremo tre nuovi grattacieli dalle linee originalissime e immersi nel verde. Altri progetti avveniristici stanno prendendo il via nell’area Garibaldi-Repubblica e a Montecity-Rogoredo. Grandi riqualificazioni dopo mezzo secolo di stasi urbanistica.
Cosa pensate dei grattacieli che daranno a Milano un nuovo volto e un nuovo cielo? Cosa attendersi da queste trasformazioni? Come dovrà essere la città dentro e intorno ai quartieri di domani?

 

 

Stai leggendo l'intervento di Jacopo del 06/07/2004

vi prego...
...fermatevi! Sono tre grattacieli orrendi... Approvo l'idea di fare una grande opera di prestigio, ma questo è un orrore! Sembrano tre pezzi di progetti diversi messi insieme a casaccio, nessun rapporto di armonia e ordine tra di loro, architetture assurde e disarticolate, senza nessuna relazione con la città che sta loro intorno. Vi prego non rovinate questa città scegliendo il progetto che porta più soldi, miglioratela scegliendo quello più bello e più valido!

 

Stai leggendo l'intervento di Fabrizio del 07/07/2004

pro grattacielo..ma il progetto non mi piace
Mi dispiace, io sono un amante delle costruzioni in verticale. Ma questi grattacieli non dialogano nè tra loro nè tanto meno con la città. E' un peccato, perchè un qualche elemento carattarizzante doveva esserci. La TORRE VELASCA a me non piace però ammetto che è molto originale e molto contestualizzata (si rifà alle torri medioevali lombarde). Che tipo di collegamento hanno invece i tre grattacieli con la realtà milanese? Una vela che ci fa a Milano? Bellissima per carità ma è decontestualizzata! In più, ed in questo credo di trovare d'accordo il sindaco Albertini, il parco è stato sacrificato. Insomma, sono contento che Milano stia rinascendo ma nel merito trovo il progetto brutto. Preferivo semmai di più quello di Normann Foster. Più originale, sviluppato ugualmente in altezza e con un bel parco.

 

Stai leggendo l'intervento di maria pia del 08/07/2004

grattacieli e piste ciclabili
nei progetti avveniristici della città di milano manca un elemento antico, la pista ciclabile. i grattacieli poi se danno un nuovo volto alla città non danno certo un nuovo cielo, al contrario lo tolgono. dopo mezzo secolo di "stasi urbanistica" milano riparte e resta mezzo secolo indietro...... non è l'altezza del grattacielo che fa grande la città. pensateci

 

Stai leggendo l'intervento di gianni del 09/07/2004

è pura follia
Mi auguro che questo progetto stile Twin Towers sia tutto uno scherzo; attendo con ansia che da un momento all'altro qualcuno ci dica "dai ragazzi, abbiamo scherzato" e che tutto si risolva in una sonora risata...mi spiegate perchè mai una zona così bella ed elegnate come la Fiera debba essere deturpata da quei tre orrendi grattacieli, cloni mal riusciti di una Manhattan ormai fuori moda? Non sarebbe stato molto meglio, progettare solo una zona verde, tipo parco Sempione, gradevole come impatto e utile per la comunità? E invece no, per la solita politica del business is business e chissà quali altre porcherie, la città è stata svenduta al miglior offerente. Farò quanto possibile, per oppormi a questo progetto terrificante, interessando mass media e autorità competenti. Mi auguro che molti altri milanesi lotteranno contro questo scempio.

 

Stai leggendo l'intervento di Alberto del 12/07/2004

le mani sulla città
E’ una constatazione diffusa che Milano piaccia sempre meno ai suoi abitanti, che sempre più numerosi la “usano” per le ore del lavoro pendolare o per lo shopping del fine settimana, affrettandosi comunque ad abbandonarla appena possibile in occasione di “ponti” e vacanze.
Parallelamente, sempre più numerose sono le pubblicazioni e le mostre che ricordano una Milano scomparsa, di cui tutti più o meno apertamente sono nostalgici.
C’è stata, sembra di poter dire, nel demolire quella città una volontà pervicace almeno a partire dal “Piano di ricostruzione” del 1953, di cui sopportiamo ancora oggi le conseguenze in una Milano già bellissima, ricca di corsi d’acqua, di palazzi signorili, di giardini segreti, di parchi, e che è diventata e diviene vieppiù orrenda.
Anche la bella notizia riportata dal “Corriere della Sera” di non molto tempo fa secondo la quale “Dopo mezzo secolo di veri e propri orrori, purtroppo anche assai recenti e non soltanto imputabili ai poveri anni Cinquanta e Sessanta”, i casermoni saranno soppiantati da edifici più piccoli, è durata lo spazio di un mattino: già si prevede di snaturare ulteriormente altre zone della città con la variante “nobile” e di lusso dei “casermoni”, i grattacieli.
Per questa operazione non c’è bisogno di evocare, come incautamente è stato fatto, un confronto con le cattedrali gotiche ma piuttosto la subalternità dell’Amministrazione comunale, perlomeno a partire dagli anni Cinquanta, alle lobbies del mattone.
E’ infatti evidente che le linee guida dello sviluppo urbanistico della città sono rimaste sostanzialmente quelle degli anni Cinquanta e Sessanta e motivano bene la diffidenza dei cittadini nei confronti dei progetti che in pochi anni dovrebbero dare un nuovo volto alle grandi aree dismesse ex industriali e ferroviarie per un totale di sette milioni di metri quadrati di costruzioni, probabilmente per la non remota convinzione che i primi se non gli unici reali beneficiari ne saranno costruttori, architetti e una ristretta élite di privati molto ricchi.
Le cifre dell’ISTAT per il 2000, nella loro fredda concretezza, aiutano a capire la disaffezione a una città che guida la classifica italiana per quel che concerne lo spopolamento del centro (più di sessantamila abitanti), la maggior parte dei quali è andata a stabilirsi nell’hinterland.
A sancire l’”irreversibilità” del fenomeno a pochi anni (si era nel 1998) da quelli che erano stati orgogliosamente chiamati gli “Stati generali” per il rilancio della città, altri Stati generali tenutisi alla Triennale all’inizio del 2004 proclamavano (seguendo una logica ben definita da Vittorio Gregotti: “Estetica della constatazione”) la “morte di Milano” e la nascita della “città infinita”, ossia di quell’informe conglomerato urbano lungo da Lodi a Lugano dove vivono sette milioni di persone. Nel definire la nuova realtà si sono sprecati termini come: reti, flussi, contenitori, dimenticando tuttavia che delegare al “mito della rete” il compito di tenere insieme il mondo non basta a definire l’orizzonte del vivere.
Lo sviluppo di Milano nel secondo dopoguerra è un esempio di disprezzo, nonostante i fiumi di retorica “democratista”, delle regole della democrazia. Prima ancora che a esprimersi nel voto alle elezioni comunali per i candidati sindaco, spesso definiti secondo astratti e obsoleti schemi ideologici, ai cittadini dovrebbe essere concessa la possibilità di pronunciarsi sui grandi progetti che toccano da vicino il loro vivere e operare quotidiano

 

Stai leggendo l'intervento di luisa del 13/07/2004

bel sogno?!?!?!?!?!
scusate ma vorrei intervenire anche io. Va bene il risveglio urbanistico dopo una secolare stasi, va bene aspirare ad un nuovo volto urbano. Ma il volto della città del futuro sarà davvero nuovo quando milano comincerà ad essere davvero vivibile, e sappiamo tutti che questo passa attraverso parchi e piazze e luoghi dove poter stare in modo ameno, dove poter far giocare i bambini, dove potersi incontrare, etc etc (sempre il solito discorso). Mi aspetto quindi che questi avveneristici grattacieli arrivino in città con un degno corredo di verde, prati, alberi, aree di svago per la popolazione.
ciao a tutti

 

Stai leggendo l'intervento di nadia del 16/07/2004

ed io che ci abito di fronte?
Signor Sindaco, ma che scherziamo? ed io che ho pure votato per lei, per ben due volte! Io ci abito di fronte a quei palazzacci che lei è tanto felice di costruire, Manhattan che? Ma questa è Milano, con una sua storia ed una sua cultura, che c'entrano i grattacieli? Io abito di fronte alla fiera, dalla parte della Porta Carlo Magno, diciamo la parte povera, dove ci sono i palazzoni tutti uguali degli anni 50. Siamo una grande famiglia, stiamo bene, c'è la chiesa di mattoni rossi con un parroco ed uno staff che fa tanto per i bambini, giovani ed anziani, c'è pure il cinema, il tennis, calcio, pallacanestro. Abbiamo tanto verde, portiamo i cani a spasso, i bimbi giocano negli spazi indicati, ci sono scuole, mercato, super. Quando ci incontriamo noi residenti siamo felici di fare quattro chiacchiere nel nostro, ripeto nostro, quartiere, ed io tra qualche anno aprendo le finestre dovrei vedere quell'obbrobio??? Ma ha chiesto il parere a noi residenti prima di buttarsi in quest'impresa? Io le chiederei subito un cinema multisala, giochi per bimbi, negozi, centri di ritrovo per giovani ed anziani, anche una sala Bingo, un centro commerciale, perciò tutte cose legate anche al commercio. Anche ristoranti, alberghi, tutto quello che vuole, ed ancora tanto verde, che è bello da vedere anche se ne abbiamo parecchio. Case? va bene, ma al massimo 5 piani, non di più. E posteggi, quelli si che servono. Siamo già felici di vedere la torre del parco e quella della Rai. Non vogliamo Manhattan, non la vogliamo!!! Piuttosto ci lasci la fiera, ci metta mille bancarelle, un mercato (a proposito non si azzardi a spostare quello di via Fouchè). Sinceramente signor sindaco noi stiamo bene così, perchè fare Manhattan proprio da noi? Le abbiamo fatto qualcosa di male?
La prego legga questa mail, se non lei che avrà ben altre cose da fare, almeno i suoi collaboratori e mettetevi tutti una mano sul cuore: aprendo le finestre cosa vorreste vedere?
Grazie di cuore
Nadia Borean

 

Stai leggendo l'intervento di nadia del 19/07/2004

all'ombra dei grattacieli?
Signor Giovanni, la ringrazio del suo intervento, ma rimango della mia idea, può darsi che adesso non sia bella la vista nè sfruttata l'area fiera, ma a me andava bene così (ed anche agli altri abitanti della mia zona). Per quanto riguarda l'ombra dei grattacieli, le assicuro che preferisco quella degli alberi e quelli che ci sono ora già mi bastano. Non voglio fare polemica, può darsi che ora di allora cambio anche idea, per ora rimango del parere che i grattacieli non c'entrano con Milano ed aprendo le mie finestre vorrei vedere altro.