da iO donna 8 dicembre 2007

 

Milano, addio al verde promesso

La Fiera di Milano verrà abbattuta e al suo posto sorgerà un quartiere di lusso. Peccato che una decina d’anni fa si fosse pensato a utilizzare l’area per realizzare un parco pubblico.

 

Punto Critico

di Milena Gabanelli

 

La Fiera di Milano, inaugurata il 12 aprile 1920, sarà presto rasa al suolo per lasciare il posto a un nuovo quartiere.

Nel 1994, fra Ente Fiera, Regione e Comune, era stato siglato un accordo di programma che diceva:”quando saranno abbattuti i padiglioni che oggi hanno un forte impatto, l’area verrà restituita ai cittadini in verde e servizi.”

Ora però le giunte sono cambiate e l’Ente Fiera non esiste più. Al suo posto, dal 2000, c’è una fondazione privata, con dentro Provincia, Comune, Regione, Camera di Commercio, Coldiretti, i Sindacati e gli organizzatori fieristici, che ha preso quell’accordo e lo ha trasformato secondo i suoi obiettivi.

Prima mossa, in barba al verde: per valorizzare la vecchia area prima di metterla in vendita, l’indice di edificabilità è stato portato a 1.15 per metro quadro, il doppio di quello che hanno usato tutti gli altri operatori delle aree dismesse di Milano.

Secondo: il progetto che ha vinto la gara è stato scelto, pur riconoscendo che non fosse il migliore per i cittadini, in base all’offerta economica per il terreno. Su una base d’asta di 310 milioni di euro, City Life ne ha offerti 523 e ha vinto.

Terzo: il progetto avrebbe dovuto prevedere case a edilizia convenzionata: invece le case saranno tutte di lusso e il parco resterà tutto all’interno; diciamo che se lo godranno coloro che hanno i mezzi.

Quarto: l’impatto ambientale impressionante. Ci saranno uffici, residenze, 2 musei, la linea 5 del metrò, parcheggi e il parco; ma il cuore del progetto saranno 3 grattacieli, in particolare la torre dell’architetto Isozaki, coi suoi 54 piani per 215 metri di altezza, sarà l’edificio più alto d’Italia. Prestigioso e sicuramente bellissimo. New York è piena di grattacieli, ma c’è anche Central Park. A  Milano evidentemente basta il Parco Sempione.

Il progetto fu approvato dalla Giunta Albertini nel 2005, senza prendere atto della Valutazione di impatto ambientale, che prescriveva una revisione della disposizione degli edifici, una riduzione in altezza e apertura verso l’esterno dell’area verde.

Di recente, a un Comitato composto da urbanisti, economisti, attori e cittadini, che sta portando avanti la lotta contro scelte che avvengono nel dispregio dei cittadini, è pervenuta una multa di 50mila euro da parte dell’Amministrazione comunale, per avere affisso sui pali pubblici cento manifestini.

Il motivo ? Hanno deturpato l’aspetto estetico della città!