La Repubblica, 14 agosto 2004

 

I grattacieli

e il futuro

della zona Fiera

 

VIVIANA VESTRUCCI *

 

Vorrei rispondere attraverso Repubblica alla lettera che il presidente della Fondazione Fiera di Milano Luigi Roth, ha inviato a noi residenti della zona Fiera. In quella lettera il presidente elogia il progetto della cordata Citylife, vincitrice della gara per la riqualificazione del quartiere fieristico, e chiede la nostra opinione.

Mi spiace deludere il dottor Roth ma non riesco a vedere alcuno dei vantaggi da lei prospettati per la nostra zona a partire dal 2014, quando il progetto sarà ultimato e avremo «grattacieli avveniristici immersi in un’oasi di verde, un corso d’acqua che riflette il disegno dei palazzi alti e bassi del nuovo quartiere, abitazioni dal design raffinato, parcheggi, strutture culturali, ricreative e di pubblica utilità».

Io prevedo solo una nuova, gigantesca colata di cemento, palazzoni, strade, svincoli, uffici impilati uno sull’altro nei tre grattacieli, attività commerciali che attireranno traffico, con conseguente inquinamento e rumore in una zona già abbastanza trafficata.

Due esperti che si sono espressi nel merito hanno già segnalato che il costo del grattacielo a forma di vela rigonfia sarà proibitivo, essendo la sua forma contraria alle regole della statica, con una funzionalità problematica. E che per alloggiare 40.000 abitanti basteranno sì 1.000 metri quadrati dl terreno ma ce ne vorranno altri 800.000 per parcheggiare le auto. Al sindaco Albertini, che sognava un Central Park milanese al posto della Fiera, vorrei chiedere quanti grattacieli ci sono dentro il parco newyorkese, ben più vasto del perimetro della Fiera. Ma il verde, come si sa, non rende. Non può essere affittato o venduto a prezzi esorbitanti. Quindi, meglio «valorizzarlo» cementandolo. Come abitante della zona dico da subito che se gli ambientalisti organizzeranno l’opposizione dei cittadini io ci sarò.

 

* residente di zona Fiera